Il volume raccoglie tredici contributi dedicati al ruolo svolto da consoli e consolati nella costruzione dello Stato e della nazione nell’Italia tra Otto e Novecento. Prima dell’Unità, negli anni della «diaspora italiana», comunità e sistemi consolari erano divisi tra sei Stati preunitari, seppur in presenza di una «italianità» già viva e attiva. Una italianità che è possibile ritrovare attraverso pratiche ben documentate nelle fonti consolari e, in particolare, nella speciale interazione esistente tra i consoli e i rispettivi rappresentati. L’obiettivo è stato dunque quello di esaminare l’evoluzione delle amministrazioni consolari italiane in quei decenni strategici e così rivelare quale sia stato il contributo di quelle istituzioni, impegnate in un processo di modernizzazione e di burocratizzazione, nella formazione del legame tra Stato e amministrati. I saggi ne seguono l’evoluzione attraverso il susseguirsi degli avvenimenti, dal dominio imperiale francese ai tentativi delle monarchie conservatrici di creare delle identità regionali, dalle vicende del lungo Quarantotto - che trasformò i consoli sardi nei promotori dell’unificazione delle Italie in una Italia - al momento della «transizione unitaria» e dell’età liberale, fino al Ventennio e ai nuovi compiti della promozione di una «italianità fascista». Un percorso che mette in luce fino a che punto i sistemi consolari delle Italie pre- e post-unitarie, finora quasi del tutto ignorati dalla storiografia, siano stati protagonisti nella genesi dello Stato e della nazione, tanto più se analizzati attraverso la lente comparativa e il confronto con altre realtà d’oltreconfine.
Marcella Aglietti è professore ordinario di storia delle istituzioni politiche presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa. Ha al suo attivo saggi e monografie sui temi della storia consolare, della cittadinanza e delle "istituzioni di confine” frutto di collaborazioni di ricerca in Italia, Spagna e Francia.
Mathieu Grenet è maître de conférences di storia moderna all’INU Champollion di Albi e membro Junior dell’Institut Universitaire de France. È autore di La Fabrique communautaire : les Grecs à Venise, Livourne et Marseille, 1770-1840 (Roma-Atene, 2016), e ha pubblicato vari saggi sul tema delle mobilità internazionali, degli scambi interculturali e della costruzione delle identità in età moderna.
Fabrice Jesné è maître de conférences di storia contemporanea all’Università di Nantes e direttore per gli studi moderni e contemporanei all’École française de Rome. I suoi studi si sono concentrati sulla storia politica balcanica dell’Italia liberale e, più recentemente, sull’istituto consolare italiano in età contemporanea.
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