All’avvento di Carlo d’Angiò nel 1266 quale era il contesto mediterraneo in cui si collocava il Regno di Sicilia? E quanto l’arte di governo di un principe capetingio in politica estera e nel commercio internazionale potè lasciarsi influenzare dal contatto con la società del suo nuovo Regno? Oltre a recuperare i rapporti con il Maghreb, i Balcani e l’Egitto, ereditati dagli Hohenstaufen, il nuovo sovrano intese creare legami più stretti e capillari con gli Stati franchi del Levante che lo resero di fatto il tutore dell’Oriente latino, combinando così le sue aspirazioni personali con le esigenze di gruppi socio-economici presenti nel Regno di Sicilia. In questo volume viene proposta al lettore un’analisi della politica mediterranea angioina fino al 1281 condotta scartando le eccessive semplificazioni di tante testimonianze letterarie del tempo, per cui Carlo I d’Angiò sarebbe stato ossessionato dall’idea di conquistare Costantinopoli : il ricorso anche a fonti archivistiche suggerisce l’importanza dell’intreccio di politica, economia e commercio per la riconsiderazione di una esperienza di governo che non puà essere ridotta a mero preludio dei Vespri siciliani.